Soudal-QuickStep, Pieter Serry: “Questo Giro d’Italia è stata la corsa più dura della mia carriera”

Pieter Serry è stato uno dei due corridori della Soudal-QuickStep a portare a termine il Giro d’Italia 2023. La squadra belga ha vissuto tre settimane molto complicate, prima perdendo Remco Evenepoel, uno dei grandi favoriti della vigilia, e poi dovendo rinunciare ad altri cinque corridori nell’arco della Corsa Rosa. In gara sono rimasti quindi il citato Serry e Ilan van Wilder, capace peraltro di chiudere il Giro al 12esimo posto della generale.

“Mentalmente è stato il più duro di tutti i Grandi Giri cui ho partecipato – le parole di Serry in un’intervista concessa a Het Laatste Nieuws –  Per due giorni ho sofferto tantissimo, soprattutto il freddo. In un’occasione mi sono dovuto fermare a bordo strada a chiedere alle persone di aiutarmi a mettere i guanti. E poi, nel momento in cui dovevo rientrare in gruppo, ho iniziato a iperventilare, perché avevo paura di non riuscire a farlo“.

Il belga, 34 anni, racconta: “Il giorno del Sempione siamo arrivati a duemila metri, c’erano solo 2 gradi e poi dovevamo scendere per 20 chilometri, con le gambe scoperte. Tremavo mentre ero in bici, raramente nella vita ho sofferto quel freddo“.

Nell’arco del Giro, Serry ha visto sfumare anche le possibilità della vittoria finale da parte della sua squadra, visto il ritiro di Evenepoel: “È stato un colpo tremendo. Remco aveva appena vinto una cronometro ed era tornato in Maglia Rosa. A quel punto, dovevamo ricominciare tutto daccapo, ma dopo due giorni abbiamo perso altri 4 compagni di squadra per il Covid. In quel momento, il virus era inarrestabile in gruppo. Sentivi sempre qualcuno che tossiva. E non c’era solo quello, vista l’infezione gastrica che girava, per via di tutto lo sporco che abbiamo mandato giù a causa della pioggia di quei giorni”.

Serry, che era immune al Covid dopo averlo contratto giusto qualche settimana prima, parla anche della parte di Giro disputata insieme a un solo compagno di squadra: “Io e Ilan non abbiamo mai pensato di ritirarci, siamo corridori e avevamo lavorato per essere in gara. Non volevamo buttare tutto nel cestino. Ci siamo aiutati molto a vicenda e ci siamo sostenuti nei momenti difficili: inoltre, la squadra ci ha sostenuto alla grande. Van Wilder, poi, è riuscito a chiudere con una buona classifica: riuscire ad arrivare a Roma, con una formazione di due persone e uno 12esimo in classifica è stato fantastico”.

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